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giovedì 25 giugno 2009
giovedì 15 gennaio 2009
Coltivare erba giovane
COLTIVARE CANNABIS NON E' REATO SE NON E' MATURA
ROMA - La Cassazione allenta la repressione penale nei confronti di chi coltiva marijuana e afferma che, se le piantine non sono mature e non contengono dunque principio drogante, allora il 'coltivatore' non può essere condannato. Solo qualche mese fa le sezioni unite di Piazza Cavour avevano stabilito che la coltivazione di cannabis costituisce sempre reato anche se si tratta di piccole produzioni domestiche.
"Con questa decisione - sentenza 1222 della IV Sezione penale - la Cassazione ha annullato con la formula "perché il fatto non sussiste" la condanna a un anno quattro mesi di reclusione e 3.500 euro di multa inflitti, dalla Corte d'Appello di Ancona, nel 2003, a Domenico N., un piccolo 'produttore' al quale le forze dell'ordine avevano trovato, in un campo vicino a casa sua, 23 piantine di cannabis. La consulenza tossicologica aveva spiegato che "le piantine avevano attecchito nel terreno e, se lasciate giungere a maturazione, avrebbero prodotto una notevole quantità di principio attivo". Secondo i giudici di Ancona la coltivazione di marjuana costituisce sempre reato e rappresenta un elemento di pericolo sociale e per la salute dei consumatori. Ma la Cassazione non è d'accordo e - stracciando la condanna - sottolinea che "l'intervento punitivo dello Stato" deve esserci solo quando è concretamente minacciato il bene della salute. In caso contrario "il giudice, guidato dai principi di ragionevolezza della pena in presenza di una condotta offensiva, deve chiedersi se possa esercitare il potere punitivo dello Stato, sacrificando la libertà personale, per tutelare il bene delle salute, dinanzi a una offensività non ravvisabile neanche in grado minimo". I supremi giudici ricordano che altre sentenze dello stesso 'Palazzaccio' hanno condannato la coltivazione e il possesso di droghe prive di principi attivi in nome delle tutela della salute, delle sicurezza e dell'ordine pubblico, nonché a favore del "normale sviluppo delle giovani generazioni" che tuttavia sono - conclude la sentenza depositata oggi - "beni non presenti esplicitamente nella Costituzione, ma che ricorrono come valori guida di scelte di politica criminale (prevalentemente contingenti, per ricorrenti 'emergenze')".
ROMA - La Cassazione allenta la repressione penale nei confronti di chi coltiva marijuana e afferma che, se le piantine non sono mature e non contengono dunque principio drogante, allora il 'coltivatore' non può essere condannato. Solo qualche mese fa le sezioni unite di Piazza Cavour avevano stabilito che la coltivazione di cannabis costituisce sempre reato anche se si tratta di piccole produzioni domestiche.
"Con questa decisione - sentenza 1222 della IV Sezione penale - la Cassazione ha annullato con la formula "perché il fatto non sussiste" la condanna a un anno quattro mesi di reclusione e 3.500 euro di multa inflitti, dalla Corte d'Appello di Ancona, nel 2003, a Domenico N., un piccolo 'produttore' al quale le forze dell'ordine avevano trovato, in un campo vicino a casa sua, 23 piantine di cannabis. La consulenza tossicologica aveva spiegato che "le piantine avevano attecchito nel terreno e, se lasciate giungere a maturazione, avrebbero prodotto una notevole quantità di principio attivo". Secondo i giudici di Ancona la coltivazione di marjuana costituisce sempre reato e rappresenta un elemento di pericolo sociale e per la salute dei consumatori. Ma la Cassazione non è d'accordo e - stracciando la condanna - sottolinea che "l'intervento punitivo dello Stato" deve esserci solo quando è concretamente minacciato il bene della salute. In caso contrario "il giudice, guidato dai principi di ragionevolezza della pena in presenza di una condotta offensiva, deve chiedersi se possa esercitare il potere punitivo dello Stato, sacrificando la libertà personale, per tutelare il bene delle salute, dinanzi a una offensività non ravvisabile neanche in grado minimo". I supremi giudici ricordano che altre sentenze dello stesso 'Palazzaccio' hanno condannato la coltivazione e il possesso di droghe prive di principi attivi in nome delle tutela della salute, delle sicurezza e dell'ordine pubblico, nonché a favore del "normale sviluppo delle giovani generazioni" che tuttavia sono - conclude la sentenza depositata oggi - "beni non presenti esplicitamente nella Costituzione, ma che ricorrono come valori guida di scelte di politica criminale (prevalentemente contingenti, per ricorrenti 'emergenze')".
martedì 14 ottobre 2008
LEGALIZZALAAA!!!!!
(ANSA) - TEGUCIGALPA, 14 OTT - Il presidente dell'Honduras ha raccomandato la legalizzazione del consumo di stupefacenti, per contrastare il narcotraffico. Manuel Zelaya ha fatto la proposta durante la 18/a riunione dei responsabili di organismi incaricati della lotta alla droga, che si tiene a Tegucigalpa, con la partecipazione di osservatori di Ue, Russia, Israele e Corea del Sud. Zelaya ha argomentato che il traffico di droga affligge le societa' ben oltre le possibilita' dei governi di combatterlo.
Finalmente qualcuno se ne rende conto. Non è possibile contrastare l'uso delle droghe, di tutte le droghe e l'unico modo per avere un quadro reale e tenere in parte sotto controllo il fenomeno e quello della legalizzazione. La lotta alla droga è un'utopia. E' come se domani bere alcolici e fumare sigarette divennisse illegale. Impossibile da contrastare.
Finalmente qualcuno se ne rende conto. Non è possibile contrastare l'uso delle droghe, di tutte le droghe e l'unico modo per avere un quadro reale e tenere in parte sotto controllo il fenomeno e quello della legalizzazione. La lotta alla droga è un'utopia. E' come se domani bere alcolici e fumare sigarette divennisse illegale. Impossibile da contrastare.
lunedì 6 ottobre 2008
Il Papa sui mutui
Mutui, Papa: "I soldi scompaiono solo la parola di Dio è solida"
Ma perchè il nostro caro Benedetto XVI non torna sulla terra de noartri?
Ho provato a comprar casa con la parola di Dio e man detto che con quella una casa non la trovi fin a che non sei morto!!!!!
Ma perchè il nostro caro Benedetto XVI non torna sulla terra de noartri?
Ho provato a comprar casa con la parola di Dio e man detto che con quella una casa non la trovi fin a che non sei morto!!!!!
giovedì 2 ottobre 2008
Doping
Chia fa uso di doping nello sport è un perdente nella vita. Se sei costretto ad imbrogliare e a rischiare la pelle pur di arrivare non rispetti te stesso la vita e tutti i tifosi che ti rispettano come atleta.
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